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Rieccoci, pronti e scattanti per una nuova mattinata volta all'approfondimento monastico e le sedi fondate da San Guglielmo.
La prima tappa al Monastero settecentesco del Vaccaro a Mercogliano, ex sede invernale della comunità monastica fondata dal Santo e ancora vivo e vissuto.
Abbiamo potuto ammirare, oltre al verde chiostro, anche l'antica farmacia, la produzione di liquori e amari, e la preziosissima biblioteca nazionale di Montevergine.

In tarda mattinata siamo saliti sul Monte Vergine per la visita al Monastero di Montevergine, alle chiese seicentesce, e alla preziosa collezione di presepi napoletani, accompagnati da uno dei giovani monaci.

Al ritorno sui tornanti, ammirato il paesaggio irpino ricco di boschi e vallate, abbiamo raggiunto i nostri "gemelli" locali con i quali abbiamo condiviso un pranzo luculliano offerto dai nostri nuovi amici, occasione di incontro e scambio. Tra le autorità presenti il Vescovo di Sant'Angelo, Mons. Pasquale Cascio, il vicesindaco di Sant'Angelo, il vicesindaco di Asigliano, Lillo Bongiovanni, e i due presidi, Nicola Trunfio e Angelo Urgera.
A seguire caccia al tesoro al suggestivo monastero romanico di Goleto, organizzata dai ragazzi della prima media, e visita guidata dai ragazzi di seconda media. Nel tardo pomeriggio la Prof. Filomena Marino ci ha guida"to per le vie di Nusco, mostrandoci le bellezze architettoniche e paesaggistiche.
Ma la nostra giornata non è finita così. Tornati in albergo,dopo un' ottima cena, é stata organizzata per noi un'uscita serale a Rocca San Felice magistralmente guidata dal preside Trunfio. Tra le altre cose, ci ha raccontato la leggenda del figlio di Federico II, Enrico I, e della sua sposa, Margherita d'Austria che,alla notizia della morte incidentale del marito (fatto incarcerare dal padre), muore di crepacuore e il cui fantasma si dice ancora aggirarsi intorna alla rocca nelle notti di luna piena.
Ringraziamo il comune per averci aperto il locale Museo archeologico ricco di reperti ritrovati nei pressi della pozza sulfurea detta "Mefite" e altri gas, considerata "bocca dell'inferno" già dagli antichi romani.